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27/04/2024

L’8 Marzo: cosa c’è da festeggiare dopo 70 anni di lotta?

Non donateci mimose ma parità e riconoscimenti di diritti. Potrebbe essere riassunto così lo sciopero di oggi, venerdì 8 marzo, in Italia. Braccia conserte in molti settori e per volontà di tante sigle sindacali. La Cgil nello specifico scrive tra le motivazioni: “l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono ancora una realtà per tutte, anzi assistiamo a un attacco, a una messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni”. A livello globale, negli ultimi 50 anni, 85 stati non hanno avuto capi di stato donna. Secondo i dati istat infatti in Italia meno di un imprenditore su tre è donna. Secondo altri report, quasi tutti i Paesi europei analizzati hanno ottenuto risultati mediocri con le donne che godono in media solo del 64% delle tutele legali di cui godono gli uomini. In media le donne guadagnano 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. Inoltre, in 20 economie le donne hanno il divieto di lavorare di notte.

Ancora più pesante il nuovo quadro presentato dal Global Gender Gap Index: ad oggi nessun Paese del mondo ha raggiunto la piena parità tra i sessi. L’Italia perde ben 13 posizioni rispetto all’anno precedente, piazzandosi al 79esimo posto su 146 Paesi, dopo Georgia, Kenya e Uganda. E proprio per queste ragioni oggi è stato indetto dalle sigle sindacali uno sciopero globale. Braccia incrociate per sanità, scuola, trasporti, vigili del fuoco, uffici pubblici, autostrade, musei.

“La festa della donna non è solo un giorno di celebrazione, ma un’occasione per riflettere sulle conquiste raggiunte e sugli obiettivi ancora da perseguire”, ha scritto sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, al contempo la ministra Riccella ha dichiarato: “sono troppe le donne a cui non è stato reso merito”.

Infine, il punto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Le ansie di crescita, di emancipazione, l’anticipo del cambiamento recano il segno delle donne. Alcesti, Antigone, Clitemnestra, Fedra, Medea, Elettra, sollecitano tuttora la nostra riflessione, ci parlano ancora. Pensiamo anche al messaggio della commedia Le donne al parlamento di Aristofane: quando la situazione degenera sono spinte a sostituirsi agli uomini. Questa raffigurazione la ritroviamo, nella vita reale, nel contributo dei movimenti femminili alla causa della pace. Pensiamo a figure come l’americana Dorothy Day, impegnata prima a sostegno della battaglia delle “suffragette” per il voto alle donne, poi contro la povertà e l’esclusione sociale, infine per la pace”. Così Mattarella al Quirinale.

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