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14/05/2025

L’alluvione a Sarno: cos’è cambiato dopo 27 anni?

Il 5 maggio 1998, le piogge intense, il fango, i detriti, il blackout, la disperazione, la speranza e poi la morte di 160 persone di cui 137 solo a Sarno. Il monte Pizzo d’Alvano a ridosso del comune di Sarno cedette alla furia della natura e da lì furono oltre 140 le frane che si abbattono sui comuni di Sarno, Brancigliano e Siano. La frazione di Episcopio fu completamente spazzata via e distrutta. Gli oltre due milioni di metri cubi di materiale travolsero anche i comuni di Quindici, in Irpinia, e San Felice in Cancello, in provincia di Caserta. Dalla sera del 5 maggio, ci fu buio ovunque. Ci furono black-out diffusi che resero difficili anche le comunicazioni. Fu un lavoro estenuante, quello dei vigili del fuoco. La furia naturale si abbattette anche sull’ospedale Villa Marta, seppellendo sotto il fango medici, infermieri, personale di servizio e cinque pazienti, tra cui due bambini.

Dalla tragedia di Sarno ci fu la consapevolezza che fosse d’uopo e necessario fare qualcosa. Doveva esserci un cambio di passo, una nuova rotta, un provvedimento. Nacque così il Decreto-Legge n. 180 del 1998, noto come “Decreto Sarno”, successivamente convertito nella Legge n. 267 del 3 agosto 1998, per ottenere una risolutiva accelerazione sia delle attività di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, sia del potenziamento delle reti di monitoraggio e sorveglianza. Abbiamo chiesto al sindaco di Sarno Francesco Squillante la manutenzione, la prevenzione affinché non capiti più, a che punto sta, 27 anni dopo:

L’intervista integrale in onda alle ore 15.00 su Radioclub91

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